E’ morta a 46 anni Koko, la gorilla che parlava con il linguaggio dei segni

Koko la gorilla amata in tutto il mondo, è morta ieri all'età di 46 anni, era diventata famosa per la padronanza con la lingua dei segni americana.

Koko, abbreviazione di Hanabiko, è nata nel 1971 allo zoo di San Francisco negli Stati Uniti,

Il suo nome significava “figlia dei fuochi d’artificio” e le fu dato in riferimento alla sua data di nascita, il 4 luglio. La gorilla aveva solo un anno quando venne portata via da sua madre per poter essere curata da una malattia pericolosa per la sua vita.

Francine Patterson, una studente di psicologia che studia la capacità delle scimmie di apprendere il linguaggio dei segni, persuase lo zoo a prestarle il gorilla per la ricerca. La coppia passava tanto tempo insieme e iniziarono a legare come madre e figlia – anche se la “figlia” avrebbe presto sviluppato la forza di dieci uomini.

Francine Patterson

Francine ‘Penny’ Patterson ha detto che al momento della sua morte, Koko aveva padroneggiato con successo il linguaggio dei segni. La sua notevole abilità comunicativa ha spinto i medici alla creazione del GSL – Gorilla Sign Language – un tipo di linguaggio che ora viene insegnato anche ad altri gorilla.

Koko è stata supportata e assistita dalla Gorilla Foundation, nota per il suo “Project Koko”, il “più lungo studio di comunicazione di interspecie della storia”.

Nel 2015, in occasione del summit Cop21, alla gorilla venne detto che a Parigi 195 Paesi, avrebbero scritto un accordo sulla conservazione. koko, era l’unico animale al mondo in grado di parlare a nome di tutti gli animali della terra. Nessuno le dettò ciò che doveva dire. Spontaneamente e in un video improvvisato, atrraverso i segni la gorilla parlò all’umanità e commosse il mondo:

“Sono una gorilla, sono il fiore degli animali, sono la natura…uomo e Koko si amano, la terra e Koko si amano. Ma l’uomo è stupido…stupido! Koko è dispiaciuta, Koko piange…il tempo scorre in fretta, salva la terra, agisci subito per aiutare la terra! Proteggi la terra. La natura…la natura ti guarda (Koko segna i suoi occhi). Grazie”

Nel 1983, Koko che non era riuscita ad avere figli, chiese espressamente un gatto – un desiderio che alla fine le venne concesso. Per il suo compleanno nel 1985, i ricercatori le portarono una cucciolata di gattini e le permisero di sceglierne uno da adottare.

Il primate selezionò un gattino grigio e bianco, che lei chiamò “All Ball”, presumibilmente perché l’animale sembrava una palla e Koko si divertiva con le parole che facevano rima. La scimmia nutriva, coccolava e si prendeva cura di All Ball proprio come una madre alleva il suo bimbo.

Ma un brutto giorno All Ball venne investito. Lo dichiarò Ron Cohn, un biologo della Gorilla Foundation, nel 1985.

 

“Cominciò a piagnucolare, di un fischio distinto che i gorilla fanno quando sono tristi. Tutti abbiamo iniziato a piangere insieme con lei “, – ha detto Cohn.

Koko continuò ad avere in adozione molti gattini e la signora Patterson scrisse un libro per bambini nel 1990 dal titolo  Koko’s Kitten , che raccontava dell’amore del gorilla per il suo compagno felino. La gorilla è stata amata da tutto il mondo e rimarrà nella storia come portavoce del sentimento e dell’empatia animale. Riposa in pace, dolce Koko.

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