A Genova le operazioni dei tecnici lavorano senza sosta nel tentativo di limitare il più possibile i danni causati dalla rottura di condutture che trasportano petrolio, avvenuta nella serata di Domenica ma intanto è disastro ambientale.
Dalle 19.26 di domenca sera, ora in cui le pompe hanno smesso di dare pressione, il petrolio ha continuato a fuoriuscire per altre due ore nel Fegino e poi nel Polcevera.
Ora i tecnici dell’Arpal e la polizia giudiziaria dei vigili del fuoco, incaricati dal pm Alberto Landolfi, cercano di far luce sull’incidente.
Intanto, la notizia di reato trasmessa alla Procura della Repubblica è di disastro ambientale colposo, per cui è chiamato in causa il gestore dell’oleodotto, Vincenzo Columbo, e il direttore della raffineria Iplom di Busalla. Per poter sequestrare il tratto di conduttura da 16 pollici interessato alla falla, i 4 chilometri compresi tra le due valvole di sezione di Fegino e di San Biagio, il magistrato ha dovuto fare una iscrizione tecnica sul registro degli indagati.
Intanto i tecnici specializzati chiamati dall’azienda Iplom, cercano di limitare il più possibile i danni causati dalla rottura di condutture che trasportano petrolio, avvenuta nella serata di Domenica. Ma è notizia di oggi, che un germano reale coperto di petrolio è stato segnalato alla guarda zoofila Gian Luigi Termanini dai portuali del terminal Messina, nel porto di Genova, a conferma che il greggio è arrivato in mare, dentro lo scalo, fra i moli.
Nel frattempo gli operatori di Enpa e LAV Genova, cercano di salvare quanti più animali possibili. Germani, anatre oche e aironi sono ricoperti di melma nera. I volontari stanno battendo la zona alla ricerca di animali bisognosi di cure. L’Enpa di Genova, ha inoltre attivato un numero di emergenza: Tel. 010.5531696. verso il quale tutti i residenti e istituzioni possono inoltrare segnalazioni relative ad animali in difficoltà.
27 germani reali, coperti di greggio e incapaci di volare, sono stati soccorsi, ma molti di loro hanno gravi sintomi di intossicazione e per questo alcuni arrivano nei centri di recupero ormai privi di vita.
Una volta prelevati dall’area inquinata, i selvatici, intrisi di petrolio e con gravissimi sintomi di intossicazione, vengono portati presso la sede della Sezione genovese dove i volontari li trattano prima con oli vegetali leggeri, per pulire le piume dal petrolio, quindi con detergenti neutri per rimuovere gli agenti contaminanti.
I danni causati dallo sversamento di petrolio sembrano destinati a produrre conseguenze durature sull’ecosistema e alla biodiversità, gravemente colpite dal disastro.
Il pericolo dei combustibili fossili è un dato di fatto. Avevamo l’opportunità di poter schierarci verso una politica innovativa che punta la sua attenzione alle energie rinnovabili. 16 milioni di italiani che al referendum si sono schierati verso il si, lo avevano capito ma purtroppo non sono bastati e quasi come un Karma, Genova piange lacrime nere di petrolio.
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