Condannati al processo veterinaria e ex direttore del delfinario di Rimini

Nel processo è emerso che la struttura era piccola e inadeguata e la veterinaria somministrava ormoni e farmaci ricettati senza diagnosi.

Sono stati dichiarati colpevoli al processo contro il delfinario di Rimini, l’ex Direttore e la Veterinaria della struttura, entrambi accusati di maltrattamento di animali. I due ieri sono stati condannati dalla Giudice Raffaella Ceccarelli del Tribunale di Rimini rispettivamente a 6 mesi e a 4 mesi di reclusione ex art. 544 ter c.p. per maltrattamento di animali.

La Procura di Rimini e la LAV, assistita dall’Avvocato Carla Campanaro, hanno chiesto e ottenuto la confisca dei quattro delfini sequestrati nel 2013 dal Delfinario della città, che nel frattempo ha chiuso i battenti. Il sequestro era scattato il 12 settembre di sei anni fa. Gli animali ora saranno affidati ai Ministeri competenti: Ambiente, Salute e Politiche Agricole. I delfini non potranno essere messi in vendita: una novità assoluta per l’Italia che apre un nuovo importante e positivo capitolo nella tutela giuridica degli animali.

Nel corso del processo è emersa in modo eclatante l’inadeguatezza della struttura, piccola e non tecnicamente dotata: mancanza di sistema di raffreddamento e di ombreggiatura con conseguenti temperature elevate per i delfini, la bassa profondità della vasca (appena 5 mt, con l’impossibilità per i delfini di rifugiarsi in zone più fresche), il ricambio d’acqua nella vasca che richiedeva molte ore.

Inoltre è emersa una gestione veterinaria non limpida e non a norma con il Veterinario di riferimento che nel 2014 fu smascherato per esercizio abusivo della professione veterinaria in Italia. La Veterinaria della struttura, imputata, ricettava senza far domande né analisi, e ricettava perfino in modo irregolare ovvero dopo che i farmaci erano stati acquistati. Inoltre la somministrazione dei farmaci avveniva direttamente da parte delle addestratrici tramite il pesce di cui si cibavano i delfini. Ai delfini venivano anche iniettati calmanti e ormoni per migliorarne le prestazioni. Circostanze negate dagli imputati

Per la LAV è una vicenda che deve far riflettere

“Il delfinario di Rimini, è il primo processato in Europa. Finalmente sono emerse responsabilità gestionali e strutturali, fino ai controlli, e dunque responsabilità penali rilevanti “– afferma la LAV. “Ci auguriamo che questa penosa vicenda giudiziaria di “malagestione” sia l’occasione per ripensare, in modo etico, moderno, educativo e soprattutto in modo adeguato alle esigenze etologiche degli animali.”

“L’auspicio è che questa storica sentenza di condanna e di confisca di mammiferi marini, possa davvero innescare un processo di cambiamento etico e culturale che porti alla riconversione di tutte le prigioni e di tutti gli spettacoli con animali, perché la vera liberà per i delfini è in mare.” 

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