Camerun, bracconieri hanno ucciso otto elefanti: lo Stato schiera l’esercito per difendere gli animali

Otto elefanti sono stati uccisi nel Parco nazionale di Lobéké, nel Camerun orientale. Le autorità camerunesi riferiscono di aver arrestato alcune persone coinvolte nel commercio di zanne di elefante. Di conseguenzaha lo Stato ha schierato le sue forze militari per aiutare i ranger a reprimere i bracconieri al confine orientale con la Repubblica Centrafricana.

Le ecoguardie, con l’assistenza delle autorità territoriali, hanno identificato una rete di traffico d’avorio a Molondou, nella regione orientale. Il ministero delle foreste e della fauna selvatica del Camerun afferma che diverse dozzine di bracconieri armati stanno attaccando gli elefanti lungo il confine della Repubblica centrafricana. Nei recenti pattugliamenti sono state rinvenute carcasse di pachidermi sparse in tutto il parco.

Il Parco Nazionale Lobéké è costituito da foreste equatoriali e copre un’area di 200.000 ettari. Con la sua ricca fauna e flora, questo parco è uno dei più diversificati del paese. A seguito di questo massacro di animali, le autorità camerunesi hanno adottato una misura volta a rafforzare la sicurezza nel parco. Sono state istituite tre pattuglie miste supportate dai militari.

In Camerun, gli elefanti sono protetti dalla legge, in particolare la legge camerunese sulle specie, che condanna chiunque sia colpevole di omicidio o traffico di specie selvatiche protette. La legge prevede una pena detentiva di tre anni e una multa fino a 10 milioni di franchi CFA pari a 15.000 euro.

Secondo il World Wildlife Fund (WWF), nel 2012 i bracconieri hanno ucciso più di 300 dei 400 elefanti viventi nel Parco nazionale Bouba N’Djida che copre 2.200 chilometri quadrati nella regione settentrionale del Camerun. Il governo del Camerun ha anche lanciato un meccanismo per reclutare ulteriori 2.500 guardie ecologiche per frenare il bracconaggio della fauna selvatica nel paese dell’Africa centrale.

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