Calabria, piovono dal cielo quaglie e uccelli migratori specie non cacciabili

Calabria – Di specie cacciabili, come ha potuto constatare il CABS, non vi è nemmeno l’ombra e allora potrebbero mai stare con il fucile posato a guardare il cielo i prodi cacciatori? Ma nemmeno per sogno, se non si spara che gusto c’è? Incendi e siccità hanno sterminato flora e fauna selvatica ma per la caccia non c’è tregua

E quindi vai di carabina sugli uccelli migratori e dal cielo sono piovute, quaglie, tortore dal collare, e uccelli in migrazione. Colpito addirittura un falco pellegrino e un bellissimo fenicottero che è stato portato dai volontari al Centro Recupero Animali Selvatici di Messina anche se con poche speranze di vita.

Insomma è stata una strage annunciata che l’ISPRA aveva previsto ma che come da copione nessuno ha ascoltato.

“Perché,” – si domanda il portavoce del Centro Anti Bracconaggio della Calabria, – “dovremmo tollerare in silenzio questo massacro, permettendo a cacciatori e bracconieri di annientare la vita della nostra fauna, semplicemente per l’espletamento del loro hobby privato?
La vita presente sotto molti aspetti nei nostri boschi, colline, pianure, paludi fa parte del patrimonio naturalistico collettivo e non è un “parco giochi a cielo aperto” di individui che semplicemente pagando una tassa e ottenendo un porto d’armi credono di poter disporre della vita di ogni animale.”

“Siamo ancora in tempo per fare un passo indietro e arrestare questo sfacelo ambientale prima che sia troppo tardi. Basterebbe soltanto dare voce alla coscienzae non subire le pressionI della lobby dei cacciatori che, a quanto pare, deve avere un grosso peso nelle scelte e nelle decisioni di chi ci amministra.”

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