Brescia – Un 62enne di Lumezzane è stato sorpreso per la seconda volta dai militari della stazione carabinieri forestale di Vobarno mentre cacciava uccelli in località Binzago del Comune di Agnosine.
L’uomo era già stato denunciato e processato per bracconaggio ed era quindi privo di licenza di caccia. Questa volta l’uomo è stato nuovamente denunciato anche per furto aggravato ai danni dello Stato, reato che gli può costare una pena fra due a sei anni di reclusione.
Secondo i militari, Il 62enne aveva realizzato, un’imponente impianto di cattura nelle pertinenze del proprio appostamento di caccia, installando 5 richiami acustici elettromagnetici con sistema di amplificazione del suono e di circa 100 metri di reti a tramaglio nelle quali erano già rimasti impigliati 13 esemplari di uccelli selvatici. Inoltre, vicino alle reti, aveva collocato, per attirare altri esemplari, svariate gabbiette contenenti 76 esemplari di uccelli appartenenti a specie protette dalla Convenzione di Berna, tutti illecitamente detenuti.
Altri uccelli protetti, 22 esemplari vivi e ben 244 esemplari morti già spiumati e congelati nel freezer, sono stati poi rinvenuti nel corso della successiva perquisizione domiciliare eseguita dai forestali. I carabinieri hanno trovato altre 5 reti da uccellagione, 2 trappole a scatto tipo prodina e una gabbia a trappola per la cattura di mammiferi. Il tutto è stato posto sotto sequestro.
L’avifauna viva è stata liberata sul posto, a eccezione di 7 esemplari non idonei al volo che verranno consegnati a un Centro di Recupero Animali Selvatici per la riabilitazione e la successiva reintroduzione in naturale.
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