Borneo-bracconieri uccidono la madre, il cucciolo di orango vuole lasciarsi morire. Salvato da IAR

udin 3Come è tristemente noto, gli oranghi delle foreste pluviali del Borneo spesso vengono uccisi per far posto alle coltivazioni dell’olio di palma. Udin, il piccolo Orango salvato dall’Associazione International Animal Rescue, ha visto morire la propria madre per mano dei bracconieri che l’hanno uccisa mentre il piccolo era ancora aggrappato a lei.

Di frequente i cuccioli di orango vengono risparmiati dai colpi di fucile, per essere venduti come animali da compagnia.

Udin nel momento in cui aveva più bisogno della mamma, si è ritrovato solo e rinchiuso in una gabbia piccolissima che non gli permetteva di muoversi. Era stato venduto ad un agricoltore locale che non si è occupato minimamente di lui.

Quando gli operatori di IAR lo hanno trovato, il piccolo Udin era disidratato e denutrito, inoltre, non aveva alcuna minima reazione fisica. Si stava lasciando morire.
Anche quando il cucciolo di orango è stato portato al centro di recupero, non dimostrava nessun interesse a voler mangiare o bere e rifiutava lo sguardo dei soccorritori.

I veterinari che si occupano di lui hanno detto che Udin voleva lasciarsi andare.
Un portavoce di IAR ha detto- “Non avevamo nessuna intenzione di arrenderci e abbiamo iniziato delle sedute di fisioterapia in modo che il cucciolo non poteva ignorare le nostre attenzioni e ha dovuto imparare a fidarsi di noi.
Alla fine, dopo una decina di giorni, si è visto un primo cambiamento e il piccolo orango ha iniziato a rispondere mostrando interesse per il cibo.

C’era un barlume di speranza nei suo occhi tristi.

Le condizioni di salute ora sono più stabili ma l’orango richiede ancora cure mediche costanti e intensive. Dal momento in cui Udin è stato salvato i veterinari sono rimasti con lui h 24 dormendo anche sul pavimento accanto al cucciolo per confortarlo e consolarlo, anche nelle ore buie della notte.
Prima di dormire il cucciolo si aggrappa ad un orsetto di peluche proprio come si sarebbe aggrappato alla mamma in natura.
Ma la storia di Udin non è un caso isolato.

“Abbiamo 86 oranghi nel nostro centro di riabilitazione” -spiega Alan Knight, delegato amministrativo di IAR-“tutti hanno alle spalle storie strazianti come quella di Udin. Ciò che rende il suo caso particolarmente toccante, tuttavia, è il fatto che ha sofferto così tanto da voler rinunciare completamente alla sua vita.

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Per il momento lo abbiamo salvato, la sua mente e il corpo stavano chiudendo, ma il nostro team medico non si è arreso e lentamente sta vincendo la lunga battaglia per riportare il cucciolo in salute.
Udin ha una lunga strada da percorrere, ma almeno adesso abbiamo tutti la speranza che alla fine si riprenderà.
Le prossime settimane saranno critiche per Udin. Le condizioni del cucciolo potrebbero letteralmente cambiare durante la notte ma i suoi progressi saranno monitorati su base giornaliera in modo che sia consentito un tempestivo intervento in caso di peggioramento delle sue condizioni di salute”- ha concluso Knight.
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