L’ufficio del Comitato intergovernativo per il patrimonio culturale dell’umanità dell’Unesco non includerà la corrida tra i suoi fascicoli da prendere in considerazione per il 2021 escludendo così una richiesta di protezione che il settore corrida aveva fatto dalla Spagna mesi fa, in virtù della situazione di emergenza coronavirus.
Dopo due richieste di salvaguardia inviate all’UNESCO in giugno e agosto dall’Associazione internazionale della corrida, diverse organizzazioni come il gruppo “La Tortura No Es Cultura”, “Animal Guardians” e “Gladiators for Peace”, hanno reagito promuovendo una forte campagna contro la candidatura, alla quale hanno aderito quasi mille organizzazioni da tutto il mondo.
A settembre, l’ufficio del Comitato Unesco ha deciso di rinviare il dibattito sulla corrida alla riunione di ottobre, dove alla fine la candidatura alla corrida non è stata nemmeno inclusa all’ordine del giorno. Di conseguenza, la corrida non è più tra gli elementi candidati a diventare Patrimonio Culturale dell’Umanità.
Soddisfatte le associazioni
Per Marta Esteban, presidente di La tortura non è cultura –“sarebbe incomprensibile che, mentre un organo delle Nazioni Unite, il Comitato sui diritti dell’infanzia, esorta a proteggere i più giovani dalla violenza della corrida, un altro L’ente delle Nazioni Unite, in questo caso Unesco, la includesse nella lista del Patrimonio dell’Umanità poiché ciò farebbe sì che il contenuto violento della corrida venisse trasmesso a questi stessi bambini e giovani oltretutto sovvenzionato con il denaro pubblico “.
“La cultura deve essere ciò che eleva l’essere umano a stare meglio con se stesso e con gli altri”, – chiarisce Esteban, sottolineando in riferimento alla corrida che “la tortura degli animali a morte come forma di intrattenimento non può essere considerata tale”.
Carmen Almonacid, di Gladiators for Peace, si è espressa sulla stessa linea, affermando che “qualcosa di aberrante e violento” è stato finalmente escluso dall’UNESCO.
Le statistiche associate al settore della corrida indicano un vertiginoso calo dall’inizio del 21° secolo. L’ultimo rapporto dell’Associazione dei veterinari abolizionisti della corrida e dell’abuso di animali (AVATMA) stilato nel 2019 sulla base delle statistiche del Ministero della cultura e dello sport sugli spettacoli di corrida in Spagna dal 2007 al al 2018 ha segnato un calo del 58,4% degli eventi di corrida nelle piazze in un periodo di 12 anni. Da La Tortura No es Cultura riportano che questo calo nel 2020 ha raggiunto il 63,4%.
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