Blitz anonimo alla tonnara di Carloforte: tranciati i cavi della rete e liberati centinaia di tonni

Quando i tonni di Carloforte cadono nel tranello della rete, sembra di essere a Taiji in Giappone dove si compie la strage dei delfini. Cambia la specie ma il colore rosso sangue di cui si tinge l’acqua è il medesimo. Nei porti della Sardegna, alla fine di giugno, migliaia di tonni rossi conosciuti come ‘pinna blu’, mentre migrano in precisi luoghi per riprodursi, vengono imprigionati in una tonnara, un complesso sistema di reti, dove avviene il loro massacro. 

Come vengono uccisi i tonni

Animal Equality fin dal 2012, ha documentato la mattanza dei tonni. Attraverso un sistema di reti fisse i tonni sono costretti, durante la migrazione, ad entrare in una serie di camere dove transiteranno fino ad arrivare all’ultima, la ‘camera della morte’, nella quale verranno ammassati per poi essere massacrati. A quel punto i tonni vengono sospinti verso l’alto dal fondo di rete mobile della ‘camera della morte’ manovrata dai tonnarotti. Nella salita forzata verso la superficie, i tonni si ritrovano in sempre meno acqua e si dibattono fino allo sfinimento, urtano violentemente tra di loro, si feriscono, dopo di che vengono arpionati con paranchi o uncini. Quelli che seguono sono istanti tremendi, momenti in cui migliaia di individui terrorizzati vengono uccisi senza pietà.

I tonni che non vengono uccisi durante la mattanza, vengono spostati in un’altra gabbia galleggiante, e vengono poi spostati in un allevamento fino alle coste di Malta dove una volta ingrassati verranno macellati.

La liberazione

Come ha riportato l’Unione Sarda, qualcuno, qualche giorno fa, durante la notte, si è immerso nelle acque dell’impianto dell’Isola Piana e ha tranciato i cavi facendo sollevare la tonnara da cui sono fuoriusciti centinaia di tonni, per un quantitativo di circa 80 tonnellate. 

I tonnarotti hanno sporto denuncia chiedendosi chi possa avercela con loro. L’idea che i tonni siano sottoposti a grave maltrattamento e che forse a qualcuno la cosa non  non è  gradita, non è nemmeno balenata nella loro testa. Probabilmente, il salvatore dei tonni, ha tentato di portare in salvo i poveri animali ma già il giorno dopo i pescatori avevano riparato l’impianto. La speranza è che i tonni abbiano capito che è meglio girare al largo per mettersi in salvo dagli arpioni e dalle reti.

 

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