Bangladesh, pescatori approfittano del lock down per fare razzia di delfini: è strage

I pescatori del Bangladesh stanno approfittando delle misure di blocco nel paese per cacciare i rari delfini di acqua dolce.

Una carcassa sventrata di un delfino d'acqua dolce avvistata vicino al fiume Halda a Chittagong.

Diversi delfini che nuotavano nel santuario fluviale del fiume Gange, sono stati trovati massacrati, sulle rive del fiume Halda. Una carcassa sventrata di un delfino d’acqua dolce della lunghezza di 157 centimetri è stata trovata il 7 maggio da gente del posto nella città sud-orientale di Raojan. A riferire la notizia con un comunicato ufficiale è un funzionario del dipartimento della pesca Abdullah al Mamun.

Anche se è illegale uccidere i delfini del Gange in Bangladesh, le rare specie sono state trovate con una profonda incisione dal collo alla coda e mancavano strati di grasso corporeo, da cui viene estratto l’olio per l’uso nelle medicine tradizionali.

“Si tratta del secondo delfino ad essere stato trovato morto nello stesso santuario da quando il Bangladesh ha imposto il suo blocco per combattere il coronavirus” – ha dichiarato Manzoorul Kibria, coordinatore del laboratorio di ricerca sul fiume Halda.

Il Bangladesh proibisce l’uccisione dei delfini del Gange, che sono classificati come specie in pericolo ed è inserita dall’Unione internazionale per la conservazione della natura nella “Lista rossa” delle specie minacciate. 
 

Un funzionario locale, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha detto che i bracconieri locali stavano iniziando a battere il fiume Halda, proprio mentre la polizia a corto di personale e che di solito pattugliava la regione era impegnata a imporre il blocco a Raojan.

I bracconieri usano la rete

“Pescano illegalmente i delfini con l’uso delle reti solitamente usate per pescare altri piccoli pesci. Una volta che le creature sono intrappolate, diventano facili prede per i per i bracconieri che vendono grasso e olio,” – ha detto Kibria. “Molti abitanti dei villaggi locali credono che il grasso dei delfini possa curare le malattie. E per chi lo vende è un’ottima fonte di guadagno.”

Kibria teme che l’ultimo esemplare trovato morto potrebbe essere parte di un inizio di una “follia omicida” della rara creatura. Il delfino del fiume Gange si trova nei sistemi fluviali di Nepal, Bangladesh e India e secondo il World Wildlife Fund, comprende un numero tra i 1.200 e i 1.800 delfini rimasti in vita.

E’ scontato che se non ci sarà un controllo più intenso sul territorio, i poveri delfini verranno tutti massacrati e con essi sparirà nel santuario Halda, il raro delfino d’acqua dolce.

 

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