Amazzonia, nuovo studio: oltre 10.000 specie tra animali e vegetali sono a rischio estinzione

Duecento scienziati di tutto il mondo hanno condotto uno studio scientifico che prospetta un futuro tragico per il più grande polmone verde.

La foresta pluviale amazzonica, la più grande foresta pluviale tropicale del mondo, famosa per la sua biodiversità, è da tempo soggetta a distruzione. Un terzo di essa è già deforestato o degradato e più di 10.000 specie di piante e animali sono condannate estinzione. I dati sono riportati in una bozza di un nuovo studio che prospetta quel che potrebbe accadere se l’attuale tasso di eradicazione della foresta dovesse continuare.

Il Science Panel for the Amazon (SPA), ha stilato un rapporto scientifico sulla più grande foresta pluviale del mondo condotta da 200 scienziati di diverse nazionalità. È la valutazione più dettagliata dello stato della foresta fino ad oggi e chiarisce il ruolo vitale che l’Amazzonia svolge nel clima globale e i profondi rischi che sta affrontando.

“Azzerare la deforestazione e il degrado forestale in meno di un decennio è fondamentale”, afferma il rapporto, che chiede anche un massiccio ripristino delle aree già distrutte, che costituiscono il 35% della foresta.

La foresta pluviale è un baluardo vitale contro il cambiamento climatico sia per il carbonio che assorbe sia per quello che immagazzina. Secondo il rapporto, il suolo e la vegetazione dell’Amazzonia contengono circa 200 miliardi di tonnellate di carbonio, più di cinque volte le emissioni annuali di CO2 del mondo intero.

Inoltre, secondo lo studio, la continua distruzione causata dall’interferenza umana in Amazzonia mette ad alto rischio estinzione più di 8.000 piante endemiche e 2.300 animali.

Un processo irreversibile

La scienza ha avvisato: gli esseri umani si trovano di fronte a  rischi potenzialmente irreversibili, catastrofici, a causa di molteplici crisi, tra cui il cambiamento climatico e il declino della biodiversità.

La professoressa dell’Università di Brasilia, Mercedes Bustamante in una dichiarazione pubblicata dalla SPA, ha detto – “C’è una finestra di opportunità molto limitata per poter cambiare questa traiettoria”, – ha detto Bustamante. “Il destino dell’Amazzonia è il cardine della soluzione alle crisi globali”.

In Brasile, la deforestazione è aumentata da quando il presidente di destra Jair Bolsonaro è entrato in carica nel 2019, raggiungendo il massimo della devastazione degli ultimi 12 anni. Questo dato ha suscitato proteste internazionali da parte dei governi stranieri e del popolo.

Bolsonaro ha permesso disboscamenti a favore degli allevamenti nelle aree protette dell’Amazzonia e ha indebolito le agenzie di tutela ambientale, che secondo gli ambientalisti e gli scienziati, hanno provocato direttamente la crescente distruzione.

La Colombia una settimana fa ha riferito che la deforestazione è aumentata dell’8% nel 2020 rispetto all’anno precedente, con 171.685 ettari, pari al 64% della distruzione avvenuta nella regione amazzonica del paese.

Secondo lo studio, il 18% del bacino amazzonico è già stato deforestato, principalmente per l’agricoltura e la vendita di legname illegale. Un altro 17% è stato degradato.

La distruzione potrebbe minacciare la capacità stessa della foresta pluviale di fungere da pozzo di carbonio, con risultati potenzialmente devastanti per il cambiamento climatico globale.

 

LASCIA UN COMMENTO