Più di 400 pesci sono stati trovati morti nel fiume Coly nel Devon, in Inghilterra, dopo che i rifiuti di un allevamento intensivo sono stati scaricati nelle acque. Si stima che nel sito siano stati scartati più di 100 mila litri di materiale chimico e organico, causando l’eutrofia del fiume e avvelenando gli animali.
Secondo le agenzie di stampa inglesi, l’associazione Devon Wildlife Trust, ha presentato una denuncia contro l’allevatore di bestiame al seguito del quale, è stata avviata un’indagine per grave danno all’ambiente e alla fauna selvatica. Secondo le denunce, il proprietario dell’azienda, stava cercando di distruggere le prove che collegavano la sua proprietà alla morte degli animali.
Nel fiume sono state rinvenute specie morte come trota, salmone, lamantino, pesce pietra, pesce rosso e lampreda. Gli esperti studiano l’impatto dell’inquinamento sull’intero ecosistema idrico e quanto influenzerà la salute del fiume. Si teme che oltre ai pesci, anche molte altre specie di invertebrati non sopravviveranno perché andranno a bere l’acqua avvelenata del fiume.
Gli attivisti denunciano che questo è il più grande episodio di contaminazione fluviale negli ultimi due anni e sottolinea che il fiume Coly, è già stato classificato in passato “in cattive condizioni” da un’agenzia ambientale a causa dello scarico di rifiuti agricoli. L’inquinamento non causerà solo danni agli animali, ma anche alla vegetazione.
Gli esperti temono che nelle prossime ore moriranno più animali e che l’inquinamento contaminerà anche il suolo, causando conseguenze negative per tutte le specie coinvolte nell’ecosistema locale. Non ci sono ancora informazioni sulla sanzione che sicuramente è stata imposta al responsabile.
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