Allevamenti e uso eccessivo di antibiotici è allarme salute e si chiede aiuto al governo

Il 71% degli antibiotici venduti in Italia, viene somministrato in massa agli animali degli allevamenti intensivi.

A scriverlo è il Fatto Alimentare che riporta le preoccupazioni delle associazioni .L’Italia, all’interno dei Paesi Ue, è il terzo più grande utilizzatore di antibiotici negli allevamenti, con la situazione più critica negli allevamenti intensivi: il 71% degli antibiotici venduti in Italia va agli animali d’allevamento e il 94% di questi trattamenti è di massa. Questa modalità di utilizzo degli antibiotici è la condizione a più alta di rischio per la nascita di super batteri che dagli allevamenti possono raggiungere le persone e farle ammalare, contribuendo a far salire il numero di morti per antibiotico resistenza (tra 5.000 e 7.000 persone all’anno in Italia).

La strada maestra per contrastare l’antibiotico-resistenza è far ridurre significativamente il consumo di antibiotici.

Secondo il magazine, sono 20 le associazioni che hanno chiesto al governo un impegno a livello europeo per sostenere il divieto dell’uso profilattico dei trattamenti di massa preventivi e il divieto assoluto degli antibiotici di importanza critica per l’uomo  a scopo preventivo negli allevamenti.

La denuncia e le richieste delle associazioni sono state riprese dal presidente della commissione ambiente della Camera dei deputati, Ermete Realacci (Pd). Il deputato in un’interrogazione ricorda come il Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Margaret Chan, durante l’ultima assemblea generale delle Nazioni Unite abbia definito l’antibiotico-resistenza un “lento tsunami” che sta minando la salute a livello mondiale. La previsione è che entro il 2050, si passerà dalle attuali 700.000 persone, che muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’antibiotico-resistenza, a 10 milioni.

Nell’interrogazione si chiede al governo di promuovere la riduzione del consumo di antibiotici, in particolare quelli critici per l’uomo, negli allevamenti italiani e di chiarire con quali obiettivi misurabili ed entro quali scadenze intenda fermare l’attuale abnorme utilizzo. Realacci  chiede al governo di redigere un aggiornato Piano nazionale sull’antibiotico-resistenza e di avviare iniziative  per obbligare l’industria zootecnica a rispettare determinati vincoli all’utilizzo degli antibiotici, così come promuovere un monitoraggio sui dati di consumo negli allevamenti.

 

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