Foie gras: l’Italia ne importa 33 tonnellate, ne ha parlato Sabrina Giannini su RAI 3

Anche se la produzione del foie gras o fegato grasso, in Italia è vietato, il nostro paese ne importa ben 33 tonnellate all’anno.

Ne ha parlato ieri sera Sabrina Giannini su RAI TRE all’interno della rubrica Indovina Chi viene a cena.

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Il foiè  viene estratto dalla carcassa dell’anatra dopo che è stata fatta morire con una malattia provocata forzatamente, a suon di farla ingoiare mangime, la lipidosi epatica. L’oca mangia per due volte al giorno una quantità sproporzionata rispetto al suo peso fino a che il suo fegato non raggiunge un peso che può superare i 400 grammi.  

Questo metodo forzato e crudele prende il nome di “gavage” ed è il meccanismo che poi porta ad ottenere il patè d’oca. L’Italia però si vanta di non produrlo ma ne importa una quantità industriale. Come dire, lo sfruttamento è indiretto e quindo non conclamato, passa inosservato ma anche noi siamo i mandanti di tali atrocità.

Immagine Facebook "Indovina chi viene a cena"
Immagine Facebook “Indovina chi viene a cena”

E’ di ben 33 tonnellate, la quantità di foie gras che gli italiani portano nei loro piatti in Italia. Ne ha parlato Sabrina Giannini nella video inchiesta su  Michelin con i suoi consumatori di Foie Gras. all’interno di Indovina Chi Viene a Cena su RAI tre.

Gli allevamenti sono nascosti e vengono eretti alte recinzioni affinchè non si debbano vedere le torture che gli animali sono costretti a subire.

I franceschi hanno una deroga al regolamento inventandosi la scusa che il patè rappresenta un patrimonio gastronomico da preservare. L’Italia ne importa tantissimo e non produrlo ma importarlo non salva di sicuro le oche dalla lipodosi epatica e dal finire nel finire nel tritacarne ancora viva. Il foie gras è uno sfizio di cui si può fare a meno ma nonostante le atrocità che si celano dietro la sua produzione alimenta ancora i mercati mondiali dell’importazione gastronomica, Italia compresa.

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