Entro il 2100 metà delle specie animali saranno destinate a scomparire dalla terra

Entro la fine del secolo, una specie su cinque a rischio estinzione a stabilirlo è una ricerca scientifica pubblicata su Nature.

Una percentuale che oggi si aggira intorno al 20% e che, ma che secondo gli studi, ci porterà nel 2100 alla scomparsa del 40% della biodiversità. Questo è quanto è emerso da una ricerca scientifica pubblicata su Nature.

La ricerca rientra in quella che i biologi definiscono la “sesta estinzione di massa”. Tutto ciò accadrà per effetto del riscaldamento globale. I primi a sparire saranno gli animali e il loro habitat naturale. Il 34% degli animali, ma anche il 57% delle piante vedrebbero ridurre l’estensione o scomparire del tutto il loro habitat naturale.

Quella che si profila nei prossimi decenni è una scomparsa di specie animali e vegetali spaventosa e la colpa è molto probabilmente solo dell’uomo.

Poco si sa su come la mitigazione di emissioni di gas serra potrebbe ridurre gli impatti sulla biodiversità, in particolare tra le specie comuni e diffuse scrivono gli scienziati. Ma la nostra analisi globale del futuro cambiamento climatico dimostra che senza la mitigazione, il 57 ± 6% delle piante e il 34 ± 7% degli animali rischiano di perdere il ≥50% del loro campo climatico attuale entro il 2080. Con la mitigazione, tuttavia, le perdite sono ridotte del 60% in caso di picco di emissioni nel 2016 o il 40% se il picco delle emissioni non arriva al 2030. In tal modo, le nostre analisi indicano che, senza la mitigazione, ci si può aspettare anche tra le specie comuni e diffuse, un sostanziale riduzione globale delle biodiversità e dei servizi ecosistemici entro la fine di questo secolo. Un dato disastroso e che vedrà in pericolo anche il sostentamento dell’uomo stesso dato che l’equilibrio tra piante e animali aiuta a mantenere sano e pulito ambiente e aria. Ma il problema viene da sempre sottovalutato e chissà che il primo a ridursi in fatto numerico non sia proprio l’uomo.

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